Dalla Diagnosi al Trattamento cosa fare…
L’Autismo era e rimane una malattia idiopatica cioè ancora sconosciuta nelle cause. A distanza di 60 anni, oggi come allora diagnosi di Autismo è di tipo clinico, basata cioè sull’osservazione dei sintomi. Non esistono indagini strumentali e/o di laboratorio con significato diagnostico.
10 semplici domande possono aiutare per identificare un “sospetto” di autismo, vediamole insieme:
Si fa diagnosi di Autismo facendo riferimento a due sistemi di nosografia codificata, il DSM-V (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disordes, V ed., edito dall’American Psychiatric Associassion), e l’ICD-10 (International Classification of Disease X ed., edito dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità).
Il Disturbo dello Spettro Autistico si presenta con :
- il deficit nella comunicazione e interazione sociale
- il deficit di comportamenti, interessi e attività.
Per pianificare un intervento è necessario l’utilizzo di strumenti specifici di diagnosi e assessment da mettere a disposizione del personale specializzato (Neuropsichiatri Infantili, Psichiatri, Psicologi).
Cosa fare quando si ha un sospetto di Autismo?
(Assistente Sociale Dott.ssa Lucrezia Maltese)
- Rivolgersi al medico Pediatra che ha in carico il bambina/o e sottoporre dubbi e domande.
- Il Pediatra invierà i familiari dal NPI territoriale dell’ASP di competenza per una prima visita.
- Il NPI territoriale dell’ASP di competenza prenderà in carico il bambino/a e procederà con l’accertamento diagnostico.
- Alla fine del percorso diagnostico il NPI territoriale dell’ASP di competenza, predisporrà la diagnosi definitiva che verrà consegnata alla famiglia.
- La famiglia avendo la diagnosi potrà iniziare l’iter riabilitativo in convenzione solo se avvierà contestualmente la richiesta di 104/92* e l’invalidità civile* per patologia F 84.0 secondo ICD-10.
- L’invalidità* è un tipo di riconoscimento, riguarda appunto le persone con menomazioni fisiche, intellettive e psichiche con una permanente incapacità lavorativa non inferiore ad un terzo e si ri fa alla legge n. 118 del 30 marzo 1971. Il riconoscimento dello stato di handicap, invece, è un’altra cosa: la definizione ci viene dalla legge 104/1992* che descrive la persona con handicap come “colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione due riconoscimenti (di invalidità e di handicap) seguono procedure simili ma distinte, con due visite mediche di accertamento diverse. In ogni caso consentono entrambi di godere di particolari benefici a seconda della percentuale di invalidità o della definizione di handicap riportata sul verbale. Le domande per ottenere benefici in materia di invalidità/handicap e disabilità devono essere presentate all’INPS unicamente TRAMITE INTERNET pertanto per il disbrigo pratiche si consiglia di affidarsi al CAF/ Patronato.
- A seguito del riconoscimento della di 104/92* e dell’invalidità civile* i familiari potranno fare richiesta delle Prestazioni riabilitative in Convenzione rivolgendosi al Presidio di Riabilitazione territoriale di riferimento dove presentare la domanda.
- Si consiglia di confederarsi ad un’ Associazione di familiari per avere supporto sostegno e aiuto nell’orientamento ai servizi.